Il nero mette in scena il confine tra realtà e rappresentazione. La luce svela la loro compresenza nel teatro
Il camerino teatrale è un luogo che assorbe e riflette. Assorbe la concentrazione e la tensione dell’attore prima di andare in scena, assiste alla metamorfosi del trucco e della vestizione, accoglie confidenze, battute, ansia e liberazione.
Le sensazioni che l’ambiente regala sono molteplici grazie al diverso trattamento delle superfici.
Il colore nero accentua la necessità di raccogliersi, il pavimento è morbido e confortevole per camminarci a piedi nudi. La parete rivestita di piccoli pannelli fono assorbenti che generano una texture, assorbono i suoni e dialogano con la mineralità delle pareti a pittura, Qualche bagliore metallico nel controsoffitto e nella trama delle tende contrasta e completa la gamma dei materiali.
Le luminarie stemperano il buio, accolgono gli ospiti e i commenti a fine spettacolo, ricordano l’origine lontana nel tempo e popolare del teatro.
Il camerino è la linea di confine tra realtà e rappresentazione, l’inizio e la fine del viaggio dell’eroe, oscurità e luce.
Si entra in un luogo intimo e in qualche modo incantato, realizzato insieme a grandi aziende del design italiano e realtà più giovani e artigianali.
Il lavoro corale e perfettamente armonizzato è stato vissuto come la prova di un’orchestra o di un ensamble che alla fine trova il registro e l’armonia giusti grazie al contributo di ogni singolarità.
In collaborazione con: Aresi, Atena – Innovative architectural solution, CP Elettrica, Dooor, Eco Contract, Immenso – Luce d’autore, Iris Ceramica Group, Laufen, Lualdi, Mille997, Milleforma, Novacolor, Olivari, Parisi, Quadro Design, Tekhne, Tonelli Design