Intro
Il termine Healing Gardens indica tutti quegli spazi verdi che, inseriti in contesti specifici, contribuiscono in modo importante alla cura della persona. Una maggiore attenzione all’ambito dell’health care ha portato a riflettere sugli spazi esterni come parte integrante della progettazione mirata al benessere mentale e fisico. A partire dal concetto di Eden e passando attraverso l’Antica Grecia e il mondo degli orti botanici, questa ricerca parte dalle radici più antiche del giardino terapeutico per arrivare a reinterpretarne in chiave contemporanea gli aspetti principali. Dallo studio di molteplici progetti realizzati, arriva quindi a definire le caratteristiche che questi spazi devono avere per poter essere efficienti. Con l’obiettivo di creare una sorta di abaco declinabile a seconda delle specificità del luogo, del tipo di terapie e di pazienti coinvolti, della loro età e delle loro principali esigenze.
Trascorrere del tempo interagendo con la natura in un giardino ben progettato non guarisce una gamba gravemente ustionata. Ma ci sono buone evidenze che possa ridurre i livelli di dolore e di stress e rafforzare il sistema immunitario, in modo da aiutare il corpo a guarire.
Questa citazione di Clare Cooper Marcus esplicita in quale ottica questi giardini siano pensati. La salute, infatti, non è solamente l’assenza di malattie o infermità, ma piuttosto un insieme complesso di fattori che determinano il benessere sia fisico che mentale. L’Healing Garden è quindi mirato a promuovere il benessere generale della persona: per guarire una malattia è importante sentirsi bene.
Gli Healing Gardens sono spazi aperti progettati sia per finalità terapeutiche, sia per migliorare il benessere e la qualità di vita delle persone che ne usufruiscono anche solo occasionalmente.
Hanno caratteristiche precise che li rendono tali:
Astrazione dal mondo urbano;
Stimolazione dei cinque sensi;
Uso consapevole di colori, materiali e forme;
Utilizzo e susseguirsi di spazi senza impedimenti di percorrenza;
È importante anche creare delle possibilità di partecipazione attiva alla cura degli spazi, ad esempio piantando, annaffiando, raccogliendo frutta e verdura. Trascorrere attivamente del tempo all’aria aperta è sicuramente il modo migliore per assorbire tutti i benefici che un giardino può offrire.
A seconda della tipologia di degenza, i fattori da considerare sono molteplici e diversificati. Fra gli ingredienti fondanti per la progettazione di un buon giardino terapeutico vengono approfondite alcune caratteristiche specifiche. Ad esempio, progettare un’accessibilità facilitata attraverso percorsi semplici e momenti di sosta frequenti lo rende fruibile per tutti. Anche la possibilità di fare esercizio fisico è importante, per questo occorrono spazi che incoraggino diverse attività all’aria aperta. La presenza di una vegetazione ricca e diversificata permette di godere dello spazio durante tutto l’anno, alternando momenti di sosta all’ombra di un albero ad altri più immersivi fra foglie e fiori. Una visibilità ampia, inoltre, dà un senso di sicurezza, così come un buon ombreggiamento offre anche a chi è più fragile la possibilità di uscire volentieri dalla propria stanza. Più uno spazio si presta a funzioni eterogenee mostrando una buona versatilità, maggiori sono le possibilità che accolga le esigenze di tanti pazienti. Alcuni hanno bisogno di molta privacy, e potersi immergere in una dimensione naturale in ambito ospedaliero è di grandissimo aiuto. La sicurezza è un altro elemento fondamentale, così come la socialità: creare spazi in cui coinvolgere i pazienti in attività e momenti di condivisione è utile a promuovere la consapevolezza di condividere un momento difficile.
Trovarsi in un giardino ricco di elementi multisensoriali è un’esperienza coinvolgente e nutriente per tutte le età. Le piante sono l’essenza spirituale di un giardino: raccontano storie di emergenze, crescita, maturazione, trasformazione, e rinnovo. Chi progetta deve raccontare queste storie, scegliendo piante le cui qualità multisensoriali si relazionano con i fruitori dello spazio.
Alle caratteristiche più architettoniche è dunque associato un approfondimento in ambito botanico che diventa strumento progettuale mirato a risolvere temi specifici. La ricerca ha come obiettivo quello di fornire un supporto alla progettazione di spazi dove la cura è al centro delle attenzioni. Con l’idea che si possa costruire un pensiero, e quindi uno spazio, ad hoc per ogni situazione in cui al centro ci sia l’uomo con le sue debolezze e le sue fragilità. Le essenze descritte e raccontate per le loro peculiarità rimandano a un mondo di piante naturali, spontanee, ricche di storia e di biodiversità, rustiche e capaci di adattarsi a molteplici situazioni. A produrre ombra e sollievo risalta Rosa banksiae, con il suo intenso profumo di pulito; la stagionalità, importante per avere un costante contatto con il mondo che ci circonda, si percepisce grazie alla scelta di piante mutevoli nel corso dell’anno: colori autunnali interessanti, bulbi primaverili e frutti autunnali sono infatti alla base delle scelte descritte; ci sono poi piante, come certe rose, capaci di sollecitare corde intime della memoria: vere e proprie madeleine che riportano a un vissuto positivo; settembrini, zinne e pomodori riportano invece a gestualità antiche offrendo a chi le coglie la possibilità di interazione con la natura: metterle in vaso o provare la sensazione di un raccolto; anche il colore produce un'azione positiva sulla psiche: per questo sono citate piante dal fogliame o dalle fioriture molto forti, come ad esempio Gingko biloba.
Una ricerca di: Matteo Arietti, Marianna Merisi, Francesca Pelizzaro