Façades

La facciata, in qualità di principale superficie di mediazione, contestualizzazione e rappresentazione, ha l’ambiguo compito di controllo dell’ambiente interno e confronto con l’esterno.

Lo studio degli involucri è divenuto materia interdisciplinare e fulcro di ricerca e innovazione. La complessità del progetto delle facciate è una sfida che Park affronta da più di vent’anni e che, diventando una tematica primaria nello sviluppo del progetto, viene affrontata con un processo rigoroso, creativo e tecnico-scientifico, costruito sul Know-How dello studio e sulle specifiche capacità di tutti gli attori coinvolti.

Nell’analisi progettuale gli involucri costituiscono in primis degli apparati che si insediano in “scenografie” esistenti, più o meno antropizzate, con cui creano legami e dialoghi.

L’involucro è la prima e più dichiarata volontà di relazione con il contesto in cui l’architettura si inserisce.


Alle facciate è anche inevitabilmente demandato il primo impatto con l’edificio, il pregiudizio emozionale percepito, definendone la diretta comunicatività espressiva. L’involucro assume quindi nel processo la capacità di scolpire l’identità e l’unicità dell’architettura nella sua percezione esterna, urbana, passante.

A queste tematiche architettoniche si legano ambiti molto più tecnici di approfondimento. La progettazione dell’involucro non va a definire solamente il dialogo con il contesto e l’identità percepita dell’edificio, ma risponde a tutte le necessità di controllo ambientale e climatico tra interno ed esterno; dall’isolamento termico a quello acustico, dalla protezione dagli agenti naturali e artificiali esterni alla comunicazione con essi ed il loro trattamento controllato.

La facciata assume sempre più le sembianze di una pelle che funge da “LIMEN” tra spazio interno ed esterno, regolando i ritmi biologici dell’edificio e dei suoi abitanti, in relazione all’ambiente circostante.

La capacità dell’involucro di funzionare come un organismo, “respirando” e regolando gli scambi con l’esterno lo pone al centro delle ricerche che riguardano il benessere e la responsabilità ambientale.

L’involucro è filtro adattabile che controlla luminosità, rumore, radiazione solare, temperature, visibilità e privacy degli utenti, agendo da attore principale per il benessere psico-fisico degli abitanti.

Parallelamente, la facciata è determinante per la definizione dell’impatto di un edificio e la sua progettazione diventa fondamentale per lo sviluppo di soluzioni che considerino nell’insieme dei fattori l’apporto di materiali, tecniche ed il ciclo di vita di ogni elemento.

La matrice di tutti questi valori non può prescindere dalla conoscenza e la ricerca tecnologica; l’applicazione della tecnologia è senza dubbio un ingrediente fondamentale del processo.

Il linguaggio dell’architettura di Park si compone infatti di elementi funzionali e innovativi, che costruiscono un linguaggio in cui ogni elemento tecnologico assume un valore dialogico ed espressivo.

Il primato che assume la tecnologia nella ricerca Park si traduce in uno studio costante del dettaglio.

Demandare alla cultura dell’industria e del prodotto realizzato in serie, semplicemente da assemblare, l’espressività di un’opera senza intervenire nella definizione del dettaglio significherebbe rinunciare a uno dei momenti fondamentali dell’azione progettuale nel passaggio dall’idea alla sua realizzazione.

L’analisi della tecnologia e la capacità di controllo nel costante passaggio di scala; la cura del dettaglio, urbano come costruttivo è per noi imprescindibile nella progettazione, in un contesto in cui l’industria delle costruzioni si compone di specificità sempre più complesse e avanzate.

Park cerca, attraverso il processo progettuale, di analizzare, intrecciare e sistematizzare tutte le tematiche relative all’involucro per arrivare ad una sintesi di valori che possa essere cucita su misura per il singolo progetto.

Siamo interessati ad esplorare quel modo di “pensare divergente” che giunge a modi alternativi di utilizzare tecnologie e materiali, a vedere oltre gli usi tradizionali, a trasferire idee da altri settori produttivi e tecnologici ed ampliare il campo di soluzioni esistenti.

Per Park il processo è anche un sistema di acquisizione di informazioni e sperimentazioni, di test, scenari e possibilità più o meno approfondite che vengono raccolte e immagazzinate per generare nuovi potenziali percorsi di Ricerca e Innovazione. Parallelamente allo sviluppo progettuale, diversi ambiti sperimentali indagano nuove possibili soluzioni tecniche che potranno un giorno essere applicate nel giusto contesto.

Una ricerca di: Enrico Sterle