Park x IQD “Turning the past into the future”

L’architettura è un processo in divenire, un sistema che evolve nel tempo attraverso adattamenti, stratificazioni, riscritture. Ogni edificio porta con sé la memoria del contesto in cui è nato e, al tempo stesso, il potenziale per una nuova vita. Oggi, ripensare l’esistente è più che mai una necessità: la società contemporanea non può più ragionare secondo la logica della sostituzione, ma deve affinare la capacità di adattarsi, rigenerare, sovrascrivere. Il patrimonio edilizio contemporaneo – spesso percepito come obsoleto – diventa la materia prima di una nuova progettualità, in cui l’esistente non è ostacolo, ma motore di innovazione.

Intervenire sull’esistente non è un’operazione nostalgica, né un semplice esercizio di sostenibilità. È una prospettiva progettuale che valorizza il costruito come risorsa, riduce il consumo di suolo, abbassa l’impatto ambientale e arricchisce la qualità dello spazio abitato. È una risposta concreta alle sfide urbane del presente, una nuova idea di futuro: un futuro che non azzera, ma stratifica.

Il recupero di un edificio può essere un gesto di impatto minimo o una trasformazione radicale; può prevedere il semplice rispetto dell’involucro originale o un rinnovamento funzionale e tecnologico. Talvolta, la materia architettonica viene riutilizzata come una risorsa, attraverso processi di urban mining, che permettono di recuperare, ripensare e riusare materiali ed elementi costruttivi da edifici a fine vita. In altri casi, si lavora sulla rielaborazione degli spazi, rendendo possibile un cambio di destinazione d’uso che sovverte le funzioni per cui l’edificio era stato concepito.

Nel nostro lavoro, crediamo che ogni progetto debba nascere da una comprensione profonda del suo contesto. L’identità di un luogo non è mai statica, ma è il risultato di una serie di relazioni – con lo spazio, con la materia, con gli utenti. Intervenire sull’esistente significa immergersi in questa complessità, accogliere la stratificazione del tempo e reinterpretarla attraverso una visione che sia nuova, unica e coerente in ogni suo elemento. Ogni intervento su un edificio esistente è un atto di ascolto e interpretazione, è un dialogo con il tempo, dove la sfida è ridefinire, rivelare nuove possibilità e far emergere l’identità latente di un luogo.

Se costruire ex novo è un gesto di affermazione, riutilizzare è un gesto di rispetto e sensibilità: significa cogliere il potenziale dell’esistente e trasformarlo in un nuovo modello di sostenibilità, estetica e vivibilità.

Abbiamo fatto dell’interpretazione e della trasformazione del passato una pratica progettuale costante, una prospettiva attraverso cui guardare alla città e al suo futuro. La nostra esperienza si è formata nel confronto con il modernismo milanese, con la sua logica modulare e la sua apertura alla trasformazione. Oggi continuiamo ad ampliare questa riflessione, esplorando nuove tecnologie e processi capaci di rendere il riuso una scelta sempre più strategica.

Ringraziamo IQD Magazine per averci dato l’opportunità di curare questo numero, permettendoci di condividere la nostra visione attraverso un confronto aperto con professionisti e realtà che stanno contribuendo a ridefinire il futuro del costruito. Con questa raccolta di riflessioni e progetti, vogliamo offrire uno sguardo su un’architettura che non si limita a rispondere ai bisogni del presente, ma li anticipa, reinterpretando il costruito come risorsa e patrimonio per le generazioni future. Abbiamo selezionato una serie di interventi recenti – realizzati nell’ultimo lustro – caratterizzati da scale, tipologie e provenienze diverse, attraverso i quali emerge una visione dell’architettura come sistema aperto, in continua evoluzione.  

Non si tratta solo di conservare, ma di ri-significare: ogni intervento genera un nuovo dialogo con il contesto, con le esigenze contemporanee e con le possibilità future.

Atelier Oslo trasforma un edificio vincolato in un polo di comunicazione contemporaneo, Gustav Düsing, in collaborazione con FAKT, adatta una ex tipografia a nuovo campus universitario e Prokš Přikryl Architekti trasforma un silo di cereali in uno spazio multifunzionale per conferenze e arte, mantenendo intatta la sua potenza espressiva. KAAN Architecten estende il museo di Anversa all’interno della sagoma originaria, evitando di produrre una nuova icona per la città e sottolineando il valore di permanenza dell’istituzione. Carles Enrich sposta il progetto su un piano quasi archeologico, in cui il lavoro sull’esistente diventa un atto di cura e di rivelazione. Anche Vector Architects intreccia recupero e paesaggio, integrando un ex zuccherificio con l’ambiente circostante per creare un’esperienza immersiva. Chartier Dalix amplia la prospettiva: in Rue des Poissonniers il riuso non è solo un’operazione architettonica, ma una strategia urbana che intreccia memoria, sostenibilità e qualità dell’abitare. Speriamo che questa selezione di progetti possa offrire al lettore una prospettiva ampia e sfaccettata su un tema non solo architettonico, ma culturale e sociale. Trasformare l’esistente è un’opportunità straordinaria per ripensare il rapporto tra architettura, tempo e comunità.

 

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