22 maggio / 21 novembre 2021
Padiglione Italia, Biennale di Architettura, Venezia
Il Padiglione italiano, ospitato alle Tese delle Vergini all’Arsenale, presenta una mostra dal titolo “Comunità resilienti”, a cura di Alessandro Melis, e Catania, costruita alle falde del vulcano attivo più grande d’Europa sulla costa del Mar Mediterraneo, ha mostrato nella sua storia una grande dose di resilienza e adattamento. Oggi però Catania non guarda il mare. Ferrovia e porto hanno allontanato l’acqua dalla città, fisicamente e metaforicamente.
Il concorso per il nuovo masterplan del waterfront è stato la grande opportunità per riconsegnare a Catania il suo mare. Park Associati ha guidato il raggruppamento che ha vinto il concorso nel 2019, intervenendo sul lungomare della città: 4 km che includono il porto, le aree industriali dismesse, la ferrovia, diverse aree residenziali. Al centro del progetto l’acqua, trasformata da elemento negato e rischioso a risorsa economica e identitaria per il futuro della città.
A due anni di distanza, il progetto vincitore del concorso è ancora sulla carta. Nessuno ha dato seguito al progetto e nulla si sa sul futuro del masterplan. Catania aspetta ancora di poter guardare il mare.
Il video “Catania faces the sea” racconta il progetto e tutte le fasi che si sono susseguite fino a oggi, mettendo in risalto la grande sfida di rilancio urbanistico e sociale che il masterplan ha colto ed elaborato. Un’opportunità finora mancata per la città e che si spera possa tradursi presto in una realizzazione.
Il grande plastico in mostra con il video mette in risalto i principali interventi previsti dal masterplan sul lungomare: l’interramento della ferrovia e la riconfigurazione del porto sono state le scintille da cui scaturisce il progetto. Esso riduce il traffico veicolare e disegna nuovi flussi pedonali, come una promenade plantée sugli Archi della Marina e il Parco dei Binari in luogo della vecchia linea ferrata. Il nuovo terminal crocieristico diventa un grande anfiteatro sul mare. Un grande catinum, landmark e infrastruttura idrologica al contempo, permette alla città di passare da una modalità permanente di emergenza a una condizione di resilienza sostenibile legata alla sicurezza dell’acqua.
La Catania del 2050 è una città in cui le calamità naturali diventano opportunità di cambiamento duraturo.